Fonte : Ansa 6 Aprile 2011
Un nuovo studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience, rilancia le virtù terapeutiche della meditazione sul dolore, proprietà ben conosciute dai meditanti di ogni tempo, ma che ora trova anche un riscontro scientifico.
I ricercatori del Wake Forest Baptist hanno sottoposto a una risonanza magnetica particolare, chiamata Arterial spin labelling, quindici volontari che hanno partecipato a quattro sedute di meditazione durante le quali si sono concentrati sulla respirazione e sull’eliminazione di emozioni e pensieri negativi.
Durante questa risonanza che attraverso la mappatura del flusso sanguigno è in grado di rilevare l’intensità del dolore, ai volontari è stato provocato per cinque minuti un calore dolorifico che raggiungeva la temperatura di 49 gradi. È stato così possibile osservare che durante la meditazione la sensazione di dolore si riduceva notevolmente arrivando a scendere del 40% fino anche a punte del 93% in alcuni volontari.
A livello cerebrale le scansioni hanno messo in evidenza una riduzione significativa dell’attività della corteccia somato-sensoriale, un’area fortemente coinvolta nella genesi della sensazione di dolore.
Contemporaneamente si iperattivavano anche altre zone: il cingolo anteriore, l’insula anteriore e la corteccia fronto-orbitale.
“Queste regioni cerebrali – dicono i ricercatori – plasmano il modo in cui il cervello costruisce l’esperienza del dolore a partire dai segnali nervosi provenienti dal corpo”.
Fadel Zeidan, autore dello studio,conclude affermando che “la meditazione ha fatto meglio anche degli antidolorifici, e della morfina che di solito riducono il dolore solo del 25%”